Quello che a volte non si vede dietro Rec’n’Play è che c’è una macchina organizzativa composta da giovanissimi. Mentre cerchiamo nuove band, organizziamo live, pensiamo a cosa pubblicare sui social, ogni anno c’è un gruppo di studenti di Liceo che impara – e ci insegna – a reinventarsi in nuovi ruoli.
E’ così che abbiamo conosciuto Alessandro, ex studente del Liceo Scacchi di Bari: lo abbiamo conosciuto come studente e anche come musicista iscritto al contest. Continuiamo a seguirlo, e questa è la breve storia di una collaborazione che va oltre il tempo, l’età e i luoghi.
Gli abbiamo fatto alcune domande, su lui, su noi, su questo suo artwork che oggi è la copertina della nostra nuova compilation (disponibile, assieme alle tre precedenti nella sezione compilation)
Buona lettura (ma poi iscrivetevi, che domani – domenica 5 maggio – scade il bando!).
Questa copertina per noi ha qualcosa di speciale. Per te?
Come potrei non ritenere importante la copertina per il contest più fico della terra?
Posso ritenermi molto soddisfatto di questa collaborazione, i ragazzi del Rec’n’Play mi sono un sacco simpatici. Ho avuto modo di vivere il festival in varie forme nelle scorse edizioni, quindi realizzare questa copertina è stata un’opportunità davvero carina.
La stanza che compare nello sfondo dell’illustrazione, non è altro che la mia cameretta qui ad Urbino, dove studio. Che oltre a prestarsi bene per il concept “suono in casa” che accomuna tanti ragazzi, sottolinea per me il forte legame che ho stretto con il Rec’n’Play, anche a distanza.
A quante edizioni di Rec’n’Play hai partecipato e con quale ruolo?
In tutta sincerità credo di aver perso il conto. La prima edizione a cui ho partecipato risale più o meno a sei anni fa. Frequentavo il terzo superiore, e con un paio di amici del liceo avevo formato un gruppo punk con intenzioni cattivissime. Tra l’altro mi è capitato di rivedere un vecchio video di quell’esibizione proprio in questi giorni, e posso dire che di aggressivo c’erano solo le sopracciglia aggrottate.
La mia seconda edizione l’ho affrontata da organizzatore assieme al mio amicone Roberto, e devo ammettere che quella è stata una delle più divertenti. Abbiamo avuto la possibilità di progettare un intero evento e di assistere alle riprese del videoclip di Nabel, il vincitore di quell’anno. Il video era fichissimo, è stata una delle prime volte che ho visto realizzare delle riprese a 360°, tra l’altro assemblando manualmente sei Action Cam su di un cubo (quei ragazzi [i Cinemagica, ndr] sono strani).
L’anno seguente ho riprovato a partecipare sia come organizzatore che come musicista, portando il mio nuovo progetto che si distaccava dalle sonorità aggressive precedenti, per aprirsi tanto di più sull’elettronica. Era da un po’ che avevo iniziato ad ascoltare DM Stith, che tuttora resta invadente. Questa è stata l’ultima edizione a cui ho partecipato come studente, quella in cui ho conosciuto più gente. Abbiamo suonato in un teatro ed io ero terrorizzato, infatti ho fatto un mezzo casino sul palco da solo. Però è stato troppo divertente, anche avere l’ansia.
Successivamente sono entrato all’ISIA di Urbino, un’università di progettazione grafica, in cui ho appunto iniziato a studiare illustrazione e grafica editoriale. Negli anni a seguire, Ermes e Anna Giulia mi hanno proposto varie collaborazioni. Nella scorsa edizione abbiamo progettato l’immagine coordinata del festival, ragionando manifesti, totem e flyer; mentre quest’anno mi sono occupato della copertina della compilation e di un’altra piccola idea in cantiere, che non vi possiamo svelare eheh.
[ndr. qui di seguito anche l’animazione che Alessandro ci ha dedicato lo scorso anno per il progetto video #recnplayexperience]
E ora che fai? Come stai?
Attualmente ho un progetto serigrafico chiamato Randagi Press, con il quale stampo un po’ di magliettine con le mie illustrazioni brutte. È un progetto in cui credo abbastanza, non perché debba sfondare, ma perché lo sento potente, è qualcosa con cui riesco a fare l’idiota senza sentirmi troppo a disagio. Cagnoni disegnati male, macchinine brutte con fiammate Hotweels… avevo bisogno di un progettino punk, non necessariamente legato alla musica.
Questo artwork mostra abbastanza chiaramente il tuo stile illustrativo attuale. Ce ne puoi parlare?
Nelle mie illustrazioni compare molto di quello che ascolto. Per quanto io mi sia avvicinato all’elettronica, non ho mai smesso di ascoltare tutto l’hardcore italiano che associo maggiormente alle mie illustrazioni. Ultimamente sto cercando di sporcare ancora di più questo stile che lego a gruppi come Gazebo Penguins, Verme, Fine Before You Came, Riviera, Do Nascimiento, I cani…
Progetti per il futuro?
Adesso principalmente punto a laurearmi, incrociando le dita dovrebbero mancare quattro mesetti. Ma se dovessi dare una risposta meno noiosa, mi piacerebbe tornare a suonare. Non ho effettivamente mai smesso, ma è una cosa che ora come ora faccio per i fatti miei senza troppa fretta.
Un saluto a Rec’n’Play!
Ciao belli. Legatevi al Rec’n’Play che è devastante.